Hotel alla Posta
150 anni di ospitalità
La storia dell’Hotel alla Posta, chiamato da tutti “Posta”, è senza dubbio la storia della nostra Famiglia e della nostra terra. Prima di tutto, però, è la storia della nostra squadra, fatta di gente capace e competente, che ha affinato la propria maestria col tempo. Così come è solo grazie ai nostri clienti che oggi possiamo vantare 150 anni di traguardi.
Tutte persone con le quali abbiamo condiviso il bello e il cattivo tempo, successi e momenti difficili, e che per questo motivo sono tasselli imprescindibili del nostro grande traguardo, tutti dentro al nostro cuore. all’interno della stessa grande cornice.
La Famiglia Pra
La Famiglia Pra, albergatori da 7 generazioni, da padre in figlio fino agli ultimi nati, ha affrontato ogni sorta di vicissitudini (tra alluvioni, incendi, due Guerre Mondiali), superandole ha traghettato per un secolo e mezzo l’Hotel alla Posta a raggiungere le 4 stelle.
La storia ha inizio 150 anni fa, nel 1866, quando Michele Pra, allora trentaquattrenne, comprende l’importanza strategica di Caprile. E’ l’anno dell’annessione del Veneto all’Italia e il paese è già incrocio di vie percorse da cavalli e carrozze: verso Selva di Cadore, Rocca Pietore, Livinallongo e Belluno. Una posizione centrale, confine con l’Impero Austro-Ungarico, snodo per le strade di servizio, e punto di richiamo per i forestieri.
Forte di questa posizione strategica, Pra decide di offrire un servizio per i villeggianti e fonda l’albergo “Posta”: una sorta di “locanda” composta da 5 stanze e una cucina, con annessa la stalla per il noleggio di cavalli e cambio carrozze.
La struttura embrionale, che funge da destinazione di servizio, decreta l’avvio dell’attività alberghiera e manifesta concretamente lo spirito d’accoglienza della Famiglia, impresso nel dna.
In questo periodo la clientela è formata soprattutto da viaggiatori in transito, per lo più stranieri provenienti in prevalenza da Inghilterra e Belgio. L’attrazione principale al tempo, oltre ai grandi massicci della Marmolada, del Pelmo e del Civetta, è il Sass da Ronch, il più grande monolite di calcare della Marmolada, lungo quasi duecento metri e largo 100, con il lati a strapiombo.
Poi, il turismo di caratterizza sempre più di scalatori, e il Posta diventa promotore di escursioni nei luoghi più ricercati, grazie al supporto delle Guide Alpine di Caprile.
Il primo passaggio di testimone nelle generazioni della Famiglia avviene nel 1880, quando a Michele subentra il figlio Floriano.
Floriano è appassionato di caccia, campione di tiro a segno e, come dimostreranno anche i suoi successori, ha una propensione innata per il bene pubblico. E’ amministratore comunale per due legislazioni e viene eletto anche in Provincia di Belluno.
E’ d’obbligo a questo punto una riflessione: L’ambiente influenza la società ed essa agisce a sua volta sull’ambiente. Partendo da questo presupposto, è facile intuire come, in un piccolo paese di montagna come Caprile, l’Hotel Posta si sia sviluppato in parallelo alla vita del territorio e delle sue vicissitudini e, allo stesso tempo, abbia contribuito alla storia del paese, assumendo spesso il ruolo di protagonista nelle vicende trascorse.
La prima vera calamità naturale dalla nascita del Posta arriva nell’autunno del 1882: un’alluvione di proporzione inaspettate travolge l’abitato. Caprile, sfiorato dal lago di Alleghe che assume proporzioni impressionanti, rimane isolatofino alla fine del 1883. Grazie alle influenze in Provincia, Floriano riesce a far edificare gli argini sul Cordevole, esistenti ancor’oggi.
Il 19 settembre 1895 un terribile incendio colpisce Caprile. Le fiamme divampano spietate e, senza respiro, radono al suolo due terzi del paese, il Posta viene completamente distrutto.
Questi eventi disastrosi dimostrano come solo lo spirito di sacrificio, l’unione e la tenacia delle popolazioni di montagna abbiano permesso a Caprile di riprendere in breve tempo il suo splendore.
Il Posta viene riedificato da Floriano portando la capacità ricettiva a 30 letti.
Il 25 gennaio 1903 su iniziativa dello stesso Floriano nasce il nucleo dei pompieri volontari di Caprile.
Caprile resta meta importante di villeggiatura nonostante gli eventi, al Posta giungono Ospiti inglesi, tedeschi, olandesi e persino americani e russi.
Tra i personaggi che può annoverare c’è Giosuè Carducci, che nel 1886 staziona oltre un mese portando a compimento la poesia “Davanti a San Guido”. 28 lettere testimoniano l’amore del Poeta per Caprile e per le sue montagne, che definisce “Alpi vere”.
Tra gli altri Ospiti illustri si ricordano il Cardinale Achille Ratti che poi divenne Papa Pio XI, Il Cardinale inglese Mery Del Valo, reali come Alberto del Belgio, e molti altri personaggi di prestigio.
Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra.
Caprile si trova a ridosso del confine e, di conseguenza, di due tra le più rilevanti postazioni del conflitto: la Marmolada e il Col di Lana. Il paese diventa la retrovia di soldati, la base d’appoggio delle truppe: vengono colpite le abitazioni. Le attività e la popolazione sono chiamate a sacrifici immani. il Posta viene requisito per diventare la base delle Brigate Sassari, Alpi e Basilicata e vi dimorano i Generali Garibaldi e Cadorna.
Nel 1918 le truppe italiane in ritirata distruggono magazzini e depositi per non lasciare niente in mano al nemico: il Posta viene completamente distrutto.
Finita la Grande Guerra il paese si ritrova danneggiato nell’animo e nel corpo. La gioia per la conclusione del conflitto spinge un’altra volta Caprile ad una rapida ripresa. Grazie a enormi sacrifici della Famiglia, il Posta viene interamente ricostruito per la seconda volta.
Floriano muore nel 1928 e passa il testimone al figlio Baldassarre.
Baldassarre si trova ad affrontare egregiamente i tempi del Dopoguerra, ma quando tutto sembra di nuovo filare dritto, comincia a sentirsi nell’aria la crisi del ’29. Nello stesso anno si aggiunge la sciagura di un altro tremendo incendio che si propaga violento e distrugge il Posta appena ricostruito e rialzato di 2 piani.
La Seconda Guerra mondiale coinvolge marginalmente Caprile, fino all’aprile del 1945, quando le truppe tedesche in ritirata subiscono un attacco dei partigiani a Digonera. Come risposta, i tedeschi iniziano un rastrellamento a tappeto nelle abitazioni di Caprile e la popolazione viene rinchiusa in Chiesa. Solo il provvidenziale intervento di mediazione del parroco Don Celeste De Pellegrini in compagnia di Baldassarre Pra, riporta la calma: dopo essere andati a trattare la pace, issano in spalle una bandiera bianca ricavata dall’altare della Chiesa. Una lettera di ringraziamento del Vescovo seguirà questo avvenimento.
Negli anni successivi si percepisce un fervore generalizzato nell’intera vallata: l’euforia post bellica porta all’espansione di Caprile e il Posta risponde prontamente all’esigenza crescente di turismo. Nel 1951 Baldassarre inaugura una nuova sala da pranzo, più spaziosa e curata, riconoscendo l’importanza della ristorazione.
Nel 1959 si affianca nella gestione del Posta il figlio Floriano che inizia un’inarrestabile spinta innovativa. Nel 1964 la sala da pranzo viene trasformata in un vero e proprio salone per le feste con una capacità di oltre 200 coperti. Il ristorante “Al Postin” è ormai un biglietto da visita di immenso prestigio per l’intera struttura. Nel 1964 si affianca nella gestione dell’Hotel anche Franco.
Nel 1966 l’Albergo Posta viene completamente rinnovato sia all’esterno che all’interno: 52 camere, 32 delle quali munite di bagno, tutte dotate di telefono, oltre 100 letti, una taverna con american bar e sale da gioco, compaiono anche suite dotate di salotto. Il 27 agosto dello stesso anno vengono celebrati i 100 anni dalla nascita dell’Hotel.
Ma il 4 novembre 1966, purtroppo, è una data impressa nella meoria di molti: una disastrosa alluvione si abbatte sull’intera Provincia, con particolare enfasi nell’Agordino. Floriano, Franco e i pompieri volontari di Caprile sono in prima linea.
A tarda sera Floriano, allora Vice Sindaco, si accorge che i bambini dell’orfanotrofio si trovano ancora nel vecchio asilo. Senza perdere tempo, solo con l’aiuto di due suore, li guida al riparo nella parte più alta della piazzetta. Rientrando verso casa, con l’acqua a metà corpo, all’improvviso si trova in mezzo ad un’ulteriore massa d’acqua e detriti: la diga formata sul Fiorentina è saltata e si abbatte sull’abitato, Floriano si mette in salvo arrampicandosi su un palo e grida aiuto, Raffaele Andolfatto e Damiano Brancaleone muniti di corde lo salvano riportandolo a casa dell’amico Daniele dove ritrova i genitori. L’allora Presidente del Consoglio Aldo Moro, venuto a conoscenza dell’accaduto conferì a Floriano l’onoreficenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Il Posta ha pesanti danni, tanto che bar e ristorante resteranno chiusi per mesi, per l’albergo l’attesa si spinge addirittura all’estate del 1967.
FLORIANO e MARISA
Floriano e Marisa si sposano nel 1956 e dal loro matrimonio nasceranno Sergio, Rita e Paola. I due sono un’accoppiata vincente: mescolano alla perfezione le ampie vedute di albergatore con l’arte della pasticceria. Figlia di un formidabile pasticcere che a Venezia ha due noti locali, Marisa ha un’energia da vendere e permette di tramandare i segreti svelati dal papà, oltre ad affiancare il marito nella gestione dell’Hotel.
Estate ed inverno: oltre che per gli Ospiti in villeggiatura il Posta diventa tappa d’obbligo, punto d’incontro per apprezzare le delizie della cucina e le chicche della pasticceria.
Nel 1968 muore Baldassarre Pra: Floriano e Franco iniziano la gestione congiunta dell’Hotel. L’anno è quello dell’apertura del primo tronco della Marmolada, una conquista dal punto di vista turistico che permette alla vallata agordina di guadagnare una posizione di privilegio per il turismo invernale. Cavalcando quest’ondata positiva la Famiglia investe in una nuova struttura: nel 1971 viene inaugurato lo Sport Hotel Arabba, ancor oggi gestito da Franco e dalla moglie Renata.
Contemporaneamente alla struttura di Arabba, si pensa al rinnovamento del Posta. Nel settembre 1973 iniziano i lavori che conservano solamente la facciata esterna del Posta: nella primavera del 1974 apre i battenti la nuova struttura.
L’attenzione al Cliente vene perfezionata: il nuovo arredamento in legno nel perfetto stile di montagna caratterizza l’ambiente di un calore invitante che avvolge gli Ospiti. I 100 letti a disposizione sono suddivisi in camere con bagno e doccia, televisore e telefono. Gli ascensori facilitano la salita ai piani, mentre il piano terra viene suddiviso in sale accoglienti, pasticceria e taverna.
Il Posta può vantare un nuovissimo impianto di sauna che per gli sciatori è un vero e proprio toccasana e connota alla struttura un ulteriore plus.
Insomma, il processo di miglioramento è davvero inarrestabile e nel 1981 l’Hotel Posta guadagna la 4° stella.
In parallelo, Floriano, ricoprendo importanti ruoli amministrativi, da Sindaco, a Presidente della Comunità Montana a Vice Presidente della Regione Veneto fa galoppare lo sviluppo ricettivo dell’intero territorio.
SERGIO e DANIELA
Diciamo che il primo approccio lavorativo al Posta di Sergio, primogenito di Floriano, è stato accompagnato da una sorta di “impatto traumatico”: “Il mio avvio lavorativo è iniziato a 10 anni. I miei nonni e i miei genitori nel mese di agosto avevano piacere di rendermi partecipe nell’accoglienza dei Clienti. Così, munito di abito di panno rosso, attendevo i personaggi in arrivo alle porte dell’Hotel. Non che mi facesse molto piacere, ricordo ancora il fastidio del panno sulla pelle, il caldo e il prurito. Una specie di tortura con la quale però, volontariamente o meno, sono stato plasmato per il lavoro dell’albergo. Ricordo le fugure di spicco che si sono avvicendate tra le nostre porte, primo tra tutti l’allora Ministro Corona. Anche a lui ho dato il benvenuto come mascotte dell’Hotel, e ho sentito dentro di me la responsabilità di accogliere gli Ospiti, di qualsiasi genere fossero”.
Poi, quando il completo rosso non andava più bene, la “gavetta” che ha accompagnato la formazione scolastica: “Ho iniziato durante le estati ad aiutare nelle diverse attività, prima facendo i carichi di bevande del bar e del ristorante, poi a dare una mano al ristorante. Nel frattempo mi sono diplomato alla ragioneria e poi, per perfezionarmi a livello alberghiero ho frequentato un anno la scuola specializzata a Stresa, che ha sancito il mio avvio concreto all’attività dell’Hotel”.
Sergio tiene alto il nome del Posta e a lui si affianca, nel 1986, la moglie Daniela Mares, alla quale ha messo la fede al dito nel 1980.